29-12-2023
Sono consapevole di quale giorno della settimana il calendario indica: venerdì.
E sono altrettanto consapevole della nostra tradizione: pizza il venerdì.
Tuttavia, proprio a 2 minuti dal nostro motel, a Venice, si trova un tipico pub americano, uno di quelli con 30 televisioni appese alle pareti, persone sedute al bancone che consumano cibo e stereotipi americani di ogni tipo.
Perciò, eccoci seduti al nostro tavolo da Food + Beer a leggere i menù, rompendo il ciclo della tradizione (per una buona causa).
Oggi abbiamo visitato St. Petersburg e Sarasota, esausti dal lungo viaggio in auto ci siamo concessi il pomeriggio nella piscina del nostro motel, a Venice. Mentre io leggevo tranquilla e beata il mio libro sulla sdraio, Vanessa, la mia iperattiva sorella, non ha perso tempo a tuffarsi.
“Mamma, l’acqua è caldissima!!! NON CI POSSO CREDERE!” Ha urlato Vanessa.
Nelle nostre sciocche teste abbiamo pensato che l’unica spiegazione possibile per quel suo entusiasmo fosse, in realtà, una scusa per poter rimanere in acqua più a lungo o, ancora più furba, per convincere chiunque della famiglia a buttarsi in piscina e, con obbiettivo finale, obbligarlo a giocare.
Invece, ci sbagliavamo.
Tutti e tre, neanche fosse una reazione a catena, abbiamo immerso timidamente le dita nell’acqua e… beh, era calda. D’accordo, era molto calda.
Vanessa, soddisfatta di aver avuto ragione, ha fatto un balletto di gioia versione marina.
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“Siete pronti per ordinare? Avete bisogno di qualche altro minuto?” Ci chiede una ragazza giovane, Julia, - così scritto sull’etichetta della maglietta - con un forte accento americano.
“Sappiamo già, grazie” ordiniamo uno alla volta e intanto che aspettiamo ci gustiamo i nostri bicchieroni di acqua stracolmi di ghiaccio.
Non sono gli Stati Uniti se non c’è ghiaccio, lezione imparata!
Intorno a noi, sembrava di osservare delle scene tratte da film: la coppia anziana, sposata da 30 o 40 anni, che si siede al solito tavolo e ordina il “solito”, magari lui indossa anche il cappello con scritto “Vietnam war veteran”;
l’uomo d’affari che torna dal lavoro, ancora in giacca e cravatta, seduto al bancone e ordina un cheeseburger e una birra;
la famiglia composta dai 4 figli, i genitori, più i nonni che condividono cibo, giocattoli e saliva;
infine il gruppo di amici, nel tavolo ad angolo, che ridono e bevono.
Stereotipi americani di continuo, in loop, senza sosta.
Nessuno di noi ha parlato fino a quando Julia non ci ha portato i nostri piatti, eravamo come incantati, ci sentivamo delle comparse in un film.
Ecco cosa devo aggiungere alla mia lista - ho raggiunto un numero piuttosto elevato di liste - delle esperienze da fare negli USA: cenare in un pub. Spuntato.
30-12-2023
Il giorno seguente, abbiamo avuto l’onore di toccare con i nostri stessi piedi la sabbia della spiaggia nominata come ‘più bella degli Stati Uniti’ : Siesta Beach, situata a Siesta key - che fantasia di nomi.
Una lunga distesa di sabbia fine, senza rocce, sassi o dolori ai piedi, con torrette di avvistamento.
Perché no?! Devono esserci anche quelle per dare un look più cinematografico alla spiaggia, no?!
Sotto i caldi raggi del sole, trascorriamo un 30 dicembre decisamente diverso dal tipico “oddio, è già il 30 di dicembre!”.
Un forte applauso anche all’inclinazione del sole in questa parte di mondo, la quale regala una luce particolare: è stato applicato un filtro forse? uno che magari si chiama “warm & soft light” oppure “cool shadows”?.
La bambina che c’è in me non ha saputo resistere e si è tolta i sandali e ha corso verso l’acqua del Golfo del Messico.
Ho addirittura fotografato la mia stessa ombra riflessa sulla sabbia e delle semplici conchiglie, giusto per il gusto di farlo. Anche se non sono “semplici”, poiché sono pur sempre conchiglie floridiane.
Ho appena coniato un nuovo termine? “Floridiane”. A me suona bene, floridiane sia.
Un aspetto da ammirare degli americani è la gentilezza, con mia sorpresa la gente che abbiamo incontrato e con la quale abbiamo avuto a che fare è sempre stata cordiale e super disponibile verso di noi. C’è qualcosa nei loro modi di fare che non puoi non ricambiare con altrettanta gentilezza.
Proprio come il cameriere del nostro tavolo da The Old Salty Dog, a Siesta Key, veniva spesso a chiederci come stavamo, come se ci tenesse veramente a saperlo, come se in qualche modo nel giro di poco si fosse affezionato a noi e noi ci fossimo affezionati a lui, rendendolo un membro del gruppo.
Lo scontrino con il conto salato da pagare è comunque arrivato, però il servizio era ottimo.
31-12-2023
Il mio ultimo dell’anno l’ho trascorso sulla spiaggia.
Beh che dire, già questa frase dice tutto, potrei non aggiungere altro.
Ma io ve lo racconto comunque.
Nuovo giorno, nuova spiaggia, così siamo finiti al Venice Fishing Pier.
Scenario di pescatori e volatili di ogni genere, tutto tratto da “storie di una spiaggia e il suo molo” (un libro molto atteso presto in libreria).
La giornata si è svolta molto lentamente, quasi in slow motion, come se l’universo volesse farci godere a pieno le ultime ore del 2023.
Travolti dall’eccitazione per la fine dell’anno decidiamo di pareggiare i conti mangiando una pizza, per rimediare al danno di venerdì. Ma… da asporto, proprio come piace a noi, perché non c’è tavolo che può competere con la nostra panchina, a Venice, sotto le palme, il sole che scalda e le vibe da ultimo dell’anno. No?
Nel pomeriggio ci siamo tuffati in piscina, sotto richiesta (in realtà, costretti) di Vanessa.
Verso le sei di sera ci siamo avviati, di nuovo, sulla spiaggia del Venice Fishing Pier, per assistere al tramonto - scusate, l’ultimo tramonto del 2023.
Da mattina a sera le cose sono cambiate, ora la spiaggia pullula di gente, accampata con sedie, coperte, giochi e cibo per celebrare l’avvenimento. Anche noi troviamo un angolo libero e ci accomodiamo.
Tra una foto e l’altra assistiamo ad una proposta di matrimonio in pieno stile, con tanto di inginocchiamento, consegna anello e grida da parte di lei e di tutte le sue sorelle - che già lo sapevano da mesi - e il resto della famiglia. Lacrime di gioia e applausi coronano l’evento.
Intanto, il cielo ha iniziato a farsi sempre più rosa e dritto a noi una palla di fuoco è pronta ad essere inghiottita dal mare. La luna potrà anche essere elegante e far sognare chiunque la contempli, ma il sole è passione, è energia, è vita. Lunga vita al sole.
In pochi secondi, il sole, è scomparso lasciando tutti sulla spiaggia senza parole, persino il più loquace sulla terra.
Ed ecco di nuovo la pagina che si volta, un capitolo che si chiude e un altro che si apre pieno di speranze. Però, non bisogna solo sfogliarle, le pagine, c’è bisogno di tanto coraggio per immergersi completamente e assaporarle fino al punto in fondo al libro.
Ognuno fa la propria lista dei propositi per l’anno nuovo, obbiettivi da seguire, traguardi da raggiungere, quali strade prendere o che buche evitare. È giusto. Ma lasciamoci anche sorprendere dalla vita e accogliamo a braccia aperte qualsiasi scenario. Bello o brutto.
1-01-2024
Ben arrivato 2024!
Welcome 2024!
Quale onore iniziare l’anno nuovo sotto il sole e le palme.
(Se ancora non l’aveste intuito, ho maturato una specie di folle ossessione per le palme. Ho un numero ridicolo di foto delle palme nella mia galleria. Io le amo, sono le mie piante preferite.)
Il primo giorno del 2024 è stato una montagna russa di emozioni.
La mattina eravamo sulla spiaggia di Naples e il pomeriggio a caccia di coccodrilli.
Non avrei mai pensato di poter dire una frase del genere, anzi, se avessi la possibilità di tornare indietro di 1 anno e raccontarlo alla Me in Vietnam (di questo New Year's weekend in Florida) non ci crederebbe mai.
Però è andata esattamente così:
Subito dopo colazione ci siamo messi in strada alla volta di Naples, una città lussuosa, dove le persone hanno conti correnti a sei zeri. La strada principale, 5th Avenue, è piena di negozi di lusso, ristoranti costosissimi ed è costeggiata da macchine sportive.
La definirei la Deauville americana.
Camminiamo fino in fondo e raggiungiamo la spiaggia.
Siamo arrivati in paradiso? Forse sono nel posto sbagliato.
La spiaggia in questione aveva tutta l’aria di essere uscita da una rivista di viaggi: il profumo di salsedine, il rumore delle onde, le noci di cocco per terra, la sabbia farinosa…
A volte è difficile spiegare a parole una sensazione, non è fattibile. Semplicemente, mi sentivo bene, mi sentivo nel posto giusto al momento giusto. Così la ragazza con la maglietta verde ha capito che quella era l’energia che avrebbe portato nel nuovo anno, piena di vibe positive.
Per pranzo un’ altra esperienza eccezionale: siamo stati in un locale dove è solito dei bikers sostare. Si poteva intuire già dall’esterno con una sfilza delle tipiche motociclette, con bandiera statunitense integrata; ma la chicca era l’interno: banconote da un dollaro appese su ogni parete sulle quali erano scritti messaggi o nomi per testimoniare la propria presenza. In fondo, si scorgeva un jukebox, un tavolo da biliardo e la gente intorno a noi indossava bandane e giacche in pelle come se non ci fosse un domani. Noi prendiamo posto ad un tavolo completamente ammaliati dalla stravaganza del luogo.
Tutto ad un tratto, un rumore rompe il silenzio. Di nuovo quel rombo. Spaventati ruotiamo lo sguardo fuori dalla finestra e si tratta di un gruppo di bikers in procinto a partire. I soliti che cercano attenzioni.
Infine, paghiamo e io prendo lo scontrino - è una mia fissa prendere gli scontrini, sia in viaggio sia a casa - . Per rimanere nel mood, in macchina ascolto una super-duper playlist con canzoni rock, un cocktail dei Creedence Clearwater Revival, Aerosmith, ZZ Top e AC/DC.
Nel frattempo ci avvicinavamo sempre di più al famoso e temuto Everglades National Park. Dico temuto perché eravamo intimoriti dalla vita selvaggia che regna all’interno, dopotutto siamo noi gli stranieri che entrano nel loro habitat, nella loro casa.
In macchina percorriamo tutta la Loop Road, tenendo gli occhi ben aperti in caso di avvistamento. Quattro occhi sul lato destro e altri quattro su lato sinistro.
C’è qualcosa nell’acqua che sembra… no, falso allarme.
La prima lezione dell’anno è che è proprio difficile distinguere i coccodrilli (o alligatori, non ho ancora capito la differenza) nell’acqua perché si camuffano, sembrano pezzi di legno e finisci per illuderti.
Ora, poco più avanti ci sono delle macchine ferme e la gente è fuori che osserva qualcosa. Scendiamo anche noi, chiudiamo le portiere e raggiungiamo la folla.
La signora indica un punto nell’acqua, seguo il suo dito ed eccolo lì.
Un coccodrillo, finalmente!!
Armati di macchina fotografica e telefoni, catturiamo in foto il nostro primo coccodrillo.
Da lì in poi riconoscerli è stato facile come mangiare M&M’s, sembravamo professionisti.
"Guarda un altro! Ferma la macchina!!"
Questo è molto più vicino a riva e più visibile; appaiono come degli animali calmi, quieti, niente lì può smuovere dalla loro posizione, ma è propio quando te ne convinci che il coccodrillo ti sorprende.
Finita la nostra avventura, e scarichi di energie, abbiamo deciso all'unanimità che era arrivato il momento della combo più acclamata del viaggio: spesa da Publix e check-in al motel.
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